Anticorruzione: migliora la valutazione internazionale delle politiche adottate in Italia


Dopo l’approvazione parlamentare nell’estate di uno stanziamento dedicato di 2 Meuro per attività di prevenzione della corruzione nella manovra anticrisi e del Piano straordinario contro le mafie dove sono contenute rilevanti misure per contrastare l’infiltrazione criminale nell’economia legale e nella Pubblica Amministrazione, Due ulteriori novità arricchiscono la strategia anticorruzione italiana: si tratta dell’approvazione da parte del Senato del ddl di ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa contro la corruzione civile e la presentazione da parte del Relatore di maggioranza al cosiddetto ddl anticorruzione di significativi emendamenti finalizzati a valorizzare alcuni strumenti di prevenzione – quali whistleblowing, cioè la tutela dei dipendenti che segnalano illeciti nella propria azienda, conflitti di interesse e revolving doors, per evitare situazioni di inopportunità e commistione tra pubblico e privato – che derivano dalla presenza italiana nelle diverse sedi internazionali ove viene trattato il tema “corruzione”.

Si tratta delle ultime novità di una strategia che si sta articolando dopo la ratifica della Convenzione ONU contro la corruzione e la designazione del Dipartimento della Funzione Pubblica quale Autorità Nazionale Anticorruzione, parallelamente al percorso avviato con la Riforma della PA di cui alla legge 15/2009, con i successivi provvedimenti in materia di meritocrazia, trasparenza, efficienza.

Novità importanti, che sono già state rilevate da alcuni osservatori internazionali privilegiati:

– secondo il Progress Report 2010 presentato da Transparency International, l’Italia è tra i sette Paesi – Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Stati Uniti e Svizzera – a riportare un giudizio di “active enforcement”, migliorando la valutazione dell’anno precedente quando era invece giudicata “moderate” nell’attuazione della Convenzione Ocse contro la corruzione transnazionale;

– secondo il Global Enforcement Report 2010 di Trace Anti Bribery Compliance Solutions, l’Italia si colloca al terzo posto nel mondo, dopo Stati Uniti e Korea del Sud, nei risultati conseguiti dal nostro sistema repressivo nel perseguire – tra il 1977 e il giugno 2010 – i tentativi di corruzione di pubblici ufficiali italiani da parte di imprese straniere;

– secondo l’ultimo Report di World Bank, l’Italia ha arrestato nel 2009 il peggioramento progressivo iniziato nel 2006 in tema di “control of corruption”: il Country Data Report Italy 1996-2009, pubblicato nei Worldwide Governance Indicators, vede anzi per il 2009 un primo, lieve miglioramento della situazione: con 8 dei 10 Istituti di ricerca utilizzati che hanno comunicato la stabilità della situazione; uno (l’Institute for Management Development, World Competitiveness Report) che segnala un lieve peggioramento con l’indice sceso da 0,26 a 0,22; un altro (quello della Gallup) che indica un netto miglioramento della situazione con l’indice salito da 0,19 a 0,27;

– una situazione di sostanziale stabilità evidenziata anche dall’Economist Intelligence Unit – Country Risk Service and Country Forecast rilasciata il 22 luglio 2010 per quanto riguarda l’indice della corruzione e quello della presenza di criminalità;

– una situazione in miglioramento nel 2010, invece, secondo l’Institute for Management Development, World Competitiveness Report , con l’Italia che risale al 40 esimo posto nella performance globale dell’azione pubblica;

– l’Italia, infine, è ben posizionata in “How do companies prevent corruption? A comparative analysis of North-American and European strategies for the prevention of corruption (2007 – 2009)”: ricerca condotta dalla multinazionale francese VIGEO su 800 società nordamericane ed europee relativamente alle attività concretamente realizzate per impedire fenomeni di corruzione. Terna e Atlantia sono nelle “top 30” mentre Enel viene menzionata come best practice con il suo Piano “tolleranza zero” contro la corruzione.

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