BRUNETTA: LA RIFORMA HA CAMBIATO IL VOLTO DELLA PA, ASSENTEISMO -35%


Una riforma che “ha cambiato il volto della Pubblica amministazione”. Mettendo al centro concetti come “meritocrazia, trasparenza e produttivita’” senza dimenticare l’indispensabile “contenimento della spesa”. A un anno esatto dalla sua approvazione, il ministro Renato Brunetta da’ numeri e risultati della riforma che porta il suo nome e che ha rivoluzionato il mondo della Pa. E lo fa nel corso di un convegno dal titolo evocativo, “Una riforma per la crescita”, organizzato a Roma dalla Scuola superiore della Pubblica amministrazione. Innanzitutto, Brunetta spiega il contributo della “nuova” Pa all’azione del governo: “In questi due anni e mezzo – dice – l’esecutivo ha posto al centro della propria attivita’ programmatica la necessita’ di ridurre il deficit e il debito pubblico e aumentare i tassi di crescita del paese. Si tratta di due finalita’ non separabili perche’ sono l’una la condizione dell’altra”. In tale contesto “la riforma della Pa ha un ruolo centrale” visto che “il contributo della Pubblica aministrazione alle manovre di correzione dei conti pubblici (dal dl 112/2008 al dl 78/2010) – sottolinea il ministro – e’ pari a circa 62 miliardi di euro nel periodo 2008-2013. Questo equivale a oltre il 4 per cento della spesa annuale per personale e consumi intermedi”. Un contributo di riduzione “necessaria” della spesa pubblica tanto piu’ importante perche’ per raggiungerlo “non si sono tagliati i servizi e le attivita’” ma “con grande responsabilita’ si e’ riusciti ad aumentare la produttivita’ e l’efficienza della Pa senza diminuire la quantita’ dei servizi erogati dallo Stato, anzi incrementandone la quantita’”.

Quanto all’assenteismo, dopo la guerra ai “fannulloni”, i risultati sono davvero impressionanti. “Le misure di contrasto all’assenteismo” infatti “hanno comportato una riduzione media delle assenze per malattia pro capite dei dipendenti pubblici pari al -35 per cento. Questo successo – evidenzia Brunetta – si traduce in 650mila dipendenti in piu’ ogni anno sul posto di lavoro, valore superiore a tutta la popolazione residente nel comune di Viterbo”. In questo modo “siamo riusciti a riallineare i valori tra settore pubblico e privato”. C’e’ poi il tasto dolente della riduzione del personale. Secondo i dati del ministro “nel 2008 e 2009 il personale si e’ ridotto di circa 72mila occupati (scendenso a circa 3,5 milioni di unita’)”. Ma “per effetto delle misure in materia di blocco del turn-over, contratti di lavoro flessibile e collocamento a riposo – prosegue il titolare di Palazzo Vidoni – complessivamente tra il 2008 e il 2013 si puo’ prevedere una riduzione dell’occupazione nel pubblico impiego di oltre 300 mila unita’ (-8,4 per cento)”. Un taglio che in tempi di crisi fanno anche altri paesi Ue, ad esempio il Regno Unito. “Il governo inglese – ricorda Brunetta – ha annunciato un taglio di circa 490mila dipendenti nel corso del prossimo quinquennio (pari a circa l’8 per cento del totale di oltre 6 milioni di lavoratori)”.

Ma “il contenimento dei numeri del pubblico impiego viene raggiunto senza pregiudicare volume e qualita’ dei beni e servizi pubblici offerti – ribadisce il ministro -. Dato il numero totale di dipendenti dela Pa al 2007 e pari a circa 3,57 milioni di unita’, la riduzione prospettata (-8,4 per cento) nel quinquennio implica un aumento medio di produttivita’ annua del 2 per cento circa. E’ bene precisare, pero’, che considerando che tale riduzione si e’ avuta ad oggi principalmente nelle amministrazioni centrali, nel cui ambito operano meno di 2 milioni di unita’ – puntualizza – l’incremento della produttivita’ ottenuto in queste amministrazioni risulta sensibilmente superiore al 2 per cento annuo indicato”. Per quanto riguarda invece le dinamiche salariali, la situazione volge nella direzione giusta. “Con le misure prese in materia di contrattazione nel pubblico impiego – annuncia Brunetta – nel 2013 avremo riallineato, in maniera strutturale, la dinamica delle retribuzioni tra lavoro pubblico e privato”. Cosi’ “si chiude il diffrenziale tra i due settori che, a partire dal 2000, si era progressivamente allargato senza essere motivato dagli andamenti della produttivita’ del lavoro”.

Il titolare del dicastero della Funzione pubblica torna poi sui provvedimenti che interessano imprese grandi e piccole. “L’Europa ha chiesto di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese del 25 per cento entro il 2012 (l’iniziativa ‘Cutting the red tape’) e creare un ambiente favorevole per le Pmi (lo ‘Small Business Act’)” e “con il Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012 – chiarisce Brunetta – l’Italia risponde con la misurazione e la riduzione di questi oneri, prevedendone il completamento entro il 2012″ come nei tempi stabiliti dalla Ue. “Il risparmio atteso a regime e’ pari a circa 17 miliardi di euro annui. L’attivita’ avviata nel corso del 2008 ha gia’ prodotto tagli per oltre 5,5 miliardi di euro all’anno”. In piu’ e’ in programma “la definizione di misure di semplificazione specifiche per il mondo delle Pmi, in attuazione del principio di proporzionalita’”. Insomma “la riforma della Pa” ha cambiato lo status quo esistente “dando priorita’ a concetti come l’efficienza, la meritocrazia, la premialita’ selettiva e correlata ai risultati, la trasparenza e la semplificazione”. Ma soprattutto la riforma “ha collocato il cittadino al centro del sistema”, conclude il ministro, attraverso “iniziative” come ‘Mettiamoci la faccia’ che ha introdotto un sistema di misurazione della qualita’ relativa ai servizi agli utenti; ‘Linea Amica’ che fornisce alla popolazione un contatto diretto con l’amministrazione pubblica e ‘Reti Amiche’ che, tramite le reti private, avvicina e moltiplica i punti di contatto tra le amministrazioni e i cittadini. (Velino)

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