Fenice, lettera aperta al sindaco di Venezia Orsoni


Caro Sindaco, con grande sorpresa, pari solo al mio disappunto, ho letto sul Corriere della Sera le ‘pagelline’ che hai polemicamente distribuito sull’impegno profuso dai politici veneti a favore di Venezia e del suo patrimonio culturale. Mi inserisci infatti tra i bocciati, reo di non aver garantito anche al Gran Teatro La Fenice quei finanziamenti che il decreto Milleproroghe – grazie a un emendamento firmato da deputati Pdl, Pd, Udc, Fli e leghisti – ha invece assicurato alla Scala di Milano e all’Arena di Verona. Sono certo che i deputati del tuo partito ti avevano senz’altro avvertito in tempo della scelta del Parlamento di premiare la virtuosità della gestione e dei bilanci di queste due Fondazioni lirico-sinfoniche, per una volta evitando la distribuzione a pioggia delle risorse disponibili. E allora come mai non sei subito insorto, non hai sbattuto i pugni sul tavolo, non hai protestato a gran voce, non hai chiamato a raccolta tutte le forze politiche (la tua innanzitutto) contro lo scippo che si stava trasversalmente decidendo? Forse perché in quanto presidente della Fondazione della Fenice sapevi di non poter esibire un bilancio altrettanto virtuoso? La risposta, temo, sta nel tuo silenzio.

Sai bene quanto mi stia a cuore la nostra città e come, in ogni occasione, non abbia mai fatto mancare la mia piena e leale collaborazione con la tua amministrazione. Ma sai altrettanto bene quanto la mia azione di governo si nutra quotidianamente di lotta agli sprechi, a favore del merito e della buona amministrazione pubblica. Per una comprensibile forma di pudore hai quindi evitato di coinvolgermi in questa vicenda. In tutte queste settimane mai una telefonata, mai una lettera. Te ne do volentieri atto. Adesso però assumiti la responsabilità politica e amministrativa di quanto accaduto. Non gridare al complotto, non buttarla in caciara. Rimbocca le tue maniche di presidente della Fondazione della Fenice e lavora perché il suo bilancio diventi altrettanto virtuoso di quelli che il Parlamento (e gli stessi deputati del Pd) hanno deciso di premiare. Il resto è solo impotente demagogia, che respingo e stigmatizzo.

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