La politica peggiore

Leonardo Niosi (Amici di Free Firenze)

Che Umberto Bossi non avesse mai brillato per finezza ormai lo sapevamo. Ce lo avevano insegnato troppi anni di “celodurismo”, di saluti col dito medio e di apparizioni in cannottiera.
Che Umberto Bossi potesse arrivare ad insultare pubblicamente i suoi alleati invece è stata un’amara sorpresa in questo difficile Ferragosto italiano. Ma ciò che stupisce di più di quella disgraziata frase (“nano di Venezia non romperci i cogl….”) è che non è stata pronunciata solo durante un’accesa riunione del Consiglio dei Ministri, ma riferita da lui stesso nel corso di un comizio pubblico ripreso dalle televisioni.
Non si è trattato quindi di un semplice scatto d’ira, ma di un’offesa reiterata ed ostentata con compiacimento.
E’ anche vero che il Senatur si è poi scusato con il Ministro Brunetta, ma questo non potrà mai cancellare questa pessima pagina dal percorso politico (ormai declinante) di Umberto Bossi.
A prescindere dagli insulti, inoltre, bisogna dire che complessivamente il discorso del leader padano è apparso naif e troppo autocelebrativo: lui, l’eroe padano, che sbatte i pugni sul tavolo e zittisce in malo modo i cattivi ministri della coalizione che vogliono toccare le pensioni dei poveretti.
Come una fiaba per bambini. Una fiaba con un finale da incubo, dato che gli italiani dovranno per forza allinearsi all’età pensionabile degli altri paesi europei, ma grazie alla Lega Nord dovranno anche tenersi ancora a lungo le Province ed i loro sprechi.
E’ troppo comodo adesso accusare il PDL ed un grande Ministro riformista come Brunetta quando è stata proprio la Lega Nord a non volere l’abolizione delle Province. E’ troppo facile adesso dire “non toccate le pensioni”. Cosa si dovrebbe fare invece? Aumentare ancora i già altissimi contributi a carico dei giovani ? E’ troppo da irresponsabili adesso dire no a sacrifici inderogabili semplicemente per recitare malamente la parte di Robin Hood e per addossare al PDL il ruolo dello Sceriffo di Nottingham.
Tutto questo è troppo da campagna elettorale. Ma tuttavia c’è modo e modo di fare campagna elettorale. Per quanto ci riguarda la si deve fare con un confronto leale. Gli insulti ed il dito medio preferiamo lasciarli alla politica peggiore.

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