Ecco le vitamine sviluppiste dopo gli antibiotici rigoristi


Testo dell’ntervista del Ministro Renato Brunetta su IL FOGLIO del 22 settembre 2011.

E’ anche per contrastare il declinismo e l’immobilismo interessati di settori industriali e bancari italiani che Renato Brunetta, fin dal Consiglio dei ministri di oggi, dispenserà “vitamine” sviluppiste per integrare gli “antibiotici” rigoristi già assunti dal paese, assicura lo stesso ministro della Funzione pubblica al Foglio. La conversazione inizia con un paio di “consigli di lettura”. Primo, l’editoriale di lunedì scorso del Corriere della Sera, quello in cui i due economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sostenevano che “una patrimoniale sarebbe esiziale per la crescita perché diffonderebbe la falsa impressione che le riforme non sono poi tanto urgenti” e si chiedevano se Confindustria non si fosse convertita all’idea di introdurre la “botta secca”. Secondo consiglio di lettura: il programma elettorale con cui il Pdl ha vinto nel 2008, e in particolare il punto numero 7 di quel programma, quello sull’alienazione del patrimonio pubblico.

Partiamo dal quotidiano di Via Solferino: “A mia memoria – dice Brunetta – era da tempo che il Corriere della Sera, o un altro dei grandi giornali della borghesia italiana, non criticava Viale dell’Astronomia. L’articolo di Alesina e Giavazzi lo sottoscrivo, la patrimoniale è una foglia di fico che nasconde molti e poco nobili interessi di conservazione”. Una risposta nemmeno troppo indiretta a chi, come il banchiere Corrado Passera, ad di Intesa, ancora ieri imputava al governo Berlusconi una “perdita di credibilità” a livello internazionale: “Mi pare che le Borse scendano per l’andamento dei titoli di certi istituti di credito – chiosa il ministro – I banchieri, americani o europei che siano, oggi sono gli ultimi a poter salire in cattedra a parlare di ‘credibilità’”. Le critiche però non vengono solo dai banchieri. Luca Cordero di Montezemolo, per esempio, è sempre più “attivista”: “Le discese in campo si fanno, non si lasciano trapelare. Detto questo, ognuno è benvenuto. A Montezemolo, come a chiunque altro, chiederei: ‘Con la tua storia personale, sei credibile?’”.
Ma è soprattutto agli industriali che si rivolge Brunetta: “Ai confindustriali, anzi”, precisa. “Una patrimoniale per ridurre il debito pubblico è la soluzione emergenziale perfetta per non parlare per esempio di liberalizzazioni e privatizzazioni, anche in settori come quello dell’energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni, magari perché ex monopolisti o partecipazioni pubbliche hanno assunto tanto peso in Confindustria”.

Non solo: “Non ricordo grandi campagne stampa dei ‘poteri forti’ in occasione del referendum abrogativo della legge sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali”. Eppure richieste come quella di innalzare l’età pensionabile, avanzate da Emma Marcegaglia, sembrano tutt’altro che strampalate: “Personalmente ho promosso l’equiparazione dell’età di pensionamento delle donne a quella degli uomini nel settore pubblico. Per non parlare della riforma di Tremonti e Sacconi che adegua l’età pensionabile alle aspettative di vita. Abbiamo così assicurato la sostenibilità del sistema previdenziale, infine equiparando pure l’età pensionabile nel settore privato. Il governo Prodi qualche anno fa ha abrogato lo scalone che avrebbe eliminato le pensioni di anzianità, e solo ora Confindustria alza la voce per quel 10 per cento che resta da fare! Tra l’altro su aspetti su cui abbiamo avanzato proposte, come le pensioni di anzianità, e che proprio la Bce, nella sua lettera, ci ha suggerito di modificare”. Brunetta cita poi l’articolo 8 della manovra sulla contrattazione aziendale, “non a caso accolto molto bene dall’imprenditore Sergio Marchionne, e molto tiepidamente dai confindustriali”. Quindi scuola, università, pubblica amministrazione: “Non è che di riforme, per qualcuno, questo governo ne sta facendo fin troppe?”, chiede provocatoriamente.

Sarà, ma intanto si discute di un’ennesima manovra correttiva: “Al momento non mi risulta – replica Brunetta – e comunque l’aspetto fondamentale è che nel 2013 raggiungeremo il pareggio di bilancio, decimale più decimale meno. Non accadeva dal 1875, con presidente del Consiglio Marco Minghetti”. Non c’era alternativa, pare: “Non è vero. Il governo non ha atteso l’emergenza di queste settimane per inserire il pareggio di bilancio tra gli obiettivi di politica economica, il che è ben più importante che inserirlo in Costituzione. Se si considerano tutti i decreti dal 2008 a oggi, abbiamo determinato correzioni annuali di bilancio per oltre 265 miliardi di euro tra 2008 e 2014”. 265 miliardi di “antibiotici”, come li chiama il ministro della Funzione pubblica, che però oggi vanno urgentemente integrati con “vitamine” pro crescita.

“E visto che non parla Tremonti, parlo io”, avvisa. A dire il vero da Via XX Settembre è trapelata l’idea di un “piano decennale” per la crescita: “Non ne so nulla, ma visto che le vitamine e il miglior stile di vita danno risultati nel medio-lungo termine, dico ‘evviva il piano, ed evviva la sua durata decennale!’”, commenta ironico il ministro. Veramente non ne sapeva nulla? “Il piano o sarà collegiale o non sarà, ma non è il tempo delle polemiche”, taglia corto Brunetta, che subito dopo mostra un documento dal titolo battagliero: “Operazione riscatto”. “Ne parlerò oggi in Consiglio dei ministri. Per parafrasare l’economista De Soto, si tratta di ‘resuscitare il capitale morto e trasformarlo in capitale vivo’. Dove il capitale morto è quello delle case pubbliche”. L’idea è di avviare la dismissione del patrimonio abitativo degli ex Istituti autonomi per le case popolari, permettendo agli attuali inquilini di diventare proprietari degli alloggi: “Con un pagamento diluito in 20 anni, consentiremo a 4-5 milioni di individui di non dipendere più dalle lottizzazioni partitocratiche di 1 milione 270 mila alloggi. Il gettito si può usare per mutui agevolati alle giovani coppie”. Non si tratta infatti di “fare cassa”, ci tiene a precisare Brunetta, ma di “dare un segnale di fiducia alle famiglie, incentivando responsabilità personale e ripresa economica”. La ratio è simile a quella della più classica dismissione del patrimonio pubblico: “Un’altra riforma a costo zero, come le semplificazioni e le sburocratizzazioni, da adottare subito. E a chi su questo fronte tentenna ancora, ricordo che era scritto anche nel programma del 2008 con cui abbiamo vinto le elezioni e che portava la firma di tutti, Tremonti incluso”.

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