Sì alla manovra, ma si voti in primavera


Voto la manovra per uno stato di necessita’ ma non sono per niente contento. In passato siamo stati molto criticati perche’ cambiavamo la manovra e avevamo tutti i giornali contro: Monti fa lo stesso ma i giornali lo salvano, ma la manovra non mi piace soprattutto perche’ mette le mani nelle tasche degli italiani in maniera becera, aumentando le accise sulla benzina. Cosi’ e’ troppo facile.

Riguardo al tema delle liberalizzazioni occorre far emergere tre-quattro milioni di posti di lavoro sommerso atipico o in nero è il conservatorismo dei sindacati che difendono molto i padri ma poco i figli. Questo e’ il grimaldello: riformare l’articolo 18 con meno vincoli sulle assunzioni e i licenziamenti.

Sull’utilizzo dei fondi europei da parte delle Regioni del sud lo aveva preparato (l’allora ministro) Fitto, e Monti ci ha messo la firma. Non lo deve fare piu’, non e’ corretto dal punti di vista istituzionale.

Per quel che riguarda l’esecutivo favorevole a elezioni in primavera, non alla fine della legislatura. Questo perche’ la chiarezza democratica fa premio su qualunque altra considerazione. Molto dipendera’ anche dalla capacita’ dell’Europa di trovare soluzioni alla crisi in corso.

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