“Bisogna portare a termine gli impegni presi”

Tanti gli argomenti trattati oggi dal ministro Brunetta nel settimo appuntamento del Tgcom con Paolo Liguori. Ad aprire l’intervista, la visita di Brunetta alla redazione dell’“Unità”, in cui il ministro ha risposto alle domande dei giornalisti, sulla cgil e il sindacalismo, e in particolare sui precari.

Il ministro rende noti i dati del monitoraggio dei precari della P.A. dopo la seconda settimana. “Siamo intorno a 3mila enti pubblici che hanno risposto”, e in quanto al numero dei precari, il fenomeno è metà siciliano e metà del resto del paese, con “circa 12mila precari che possono fare il concorso, e altri 10mila sempre in Sicilia”. Dati che verranno portati in Parlamento settimanalmente. “Stiamo cercando di capire se siano stati penalizzati i vincitori di concorsi, se ci siano situazioni irregolari”, ha aggiunto il ministro.

“Mettiamoci la faccia”, con l’introduzione di tre emoticon che permetteranno ai cittadini di esprimere il loro giudizio sui servizi erogati dagli uffici delle P.A. italiane. “Già circa un centinaio di enti stanno sperimentando questa innovazione” con l’obiettivo di cambiare i rapporti tra i cittadini e la P.A. in particolare per i servizi allo sportello, così da diventare un fatto culturale generalizzato.
Si è discusso del piano casa e della rottamazione della cattiva edilizia. Il ministro evidenzia la necessità di fare autocritica, precisando che la cultura urbanistica è stata egemonizzata dal secondo dopoguerra dai comunisti e dalla sinistra.

“Le pensioni d’invalidità sono state usate per troppo tempo come ammortizzatori sociali, e a lungo andare sono diventati un abominio, il risultato di un cattivo sindacato e una cattiva politica, che rende il cittadino che ne usufruisce schiavo di questo o quel sindacalista o politico”.

i continui straordinari non retribuiti. “Con la polizia -ha detto Brunetta- abbiamo chiuso una vertenza contrattuale che andava avanti da quattro anni con soddisfazione nostra e dei sindacati. E ha aggiunto che il momento è difficile e che “altri nel settore privato rischiano il posto di lavoro e vanno in cassa integrazione, mentre i dipendenti pubblici il posto di lavoro non lo rischiano”.

“I parlamentari in Europa non fanno i pianisti perché c’è un altro rispetto delle regole. In Italia abbiamo bisogno di regole più ferree, perché questo è un paese di furbi. Spero possiamo diventare tutti europei con o senza impronte.” Il ministro conclude l’incontro sottolineando l’importanza della trasparenza, quando la politica è moralmente alta, si deve dare conto di ciò che si fa e portare a termine gli impegni presi.”