TGCOM, Brunetta: “PORTICI è un fallimento dello Stato”

Sesto appuntamento con Brunetta 2.0, il consueto incontro settimanale realizzato da Paolo Liguori e il TgCom, che intervista il ministro della Funzione Pubblica e dell’Innovazione, porgendogli anche le domande di alcuni lettori.
Nella giornata odierna in particolare il ministro si è soffermato a discutere della gravità dei fatti accaduti nel comune di Portici, in seguito ai 36 arresti per assenteismo dei dipendenti comunali.

“Non sono contento, è una prova di fallimento per Stato, governo, enti locali, sindacati e anche per me”, ha dichiarato Brunetta, poiché “il pubblico si gestisce con l’efficienza, non con gli arresti”. “La Pubblica Amministrazione dovrebbe avere i suoi strumenti di controllo, non è concepibile l’impiego della forza pubblica, che ha reati più importanti a cui pensare, per situazioni di questo genere”, ed è proprio per questo che è fondamentale che tutti i comuni d’Italia inviino periodicamente i dati e le documentazioni aggiornate per monitorare l’assenteismo dei propri dipendenti, come da lui richiesto.

Un commento severo del ministro va poi al federalismo definito dallo stesso Brunetta “bastardo, piagnone e sprecone”. Il ministro manifesta in particolare l’esigenza di rivedere lo Statuto speciale delle Regioni, in particolare di determinate regioni che hanno avuto risorse aggiuntive rispetto alle altre, cosa non più accettabile. Il ministro infatti ha concluso dicendo: “Io voglio solo che tutti ricevano lo stesso trattamento”.

Nel rispondere ai lettori invece il ministro ha parlato di: livelli di informatizzazione e competenze dei dipendenti della P.A., prevedendo che entro il 2012 tutto il sistema sarà informatizzato e verranno introdotte anche 3 faccine, che daranno la possibilità di votare il gradimento e la qualità (o meno) del servizio ricevuto.
Ha risposto poi ad un lettore che chiedeva se è giusto e legittimo comprare una casa a basso costo e rivenderla al prezzo che si vuole. “Se uno compra una casa può e deve rivenderla come vuole”, ha detto il ministro.

Un altro infine si domandava se fosse giusto che mentre i lavoratori a tempo indeterminato siano protetti dalla cassa integrazione, che garantisce una copertura dello stipendio dell’80%, invece i lavoratori co.co.pro non godono degli stessi diritti. Il ministro al riguardo ha risposto: “Il co.co.pro è pur sempre un lavoratore autonomo, già l’indennità è una forzatura che si dà per offrire una sorta di compensazione. Non è pensabile paragonare il cassintegrato con il lavoratore autonomo. E poi, siamo certi che se diamo al co.co.pro l’80% del reddito, questo avrà voglia di cercare ancora un lavoro?”