L’appello di Brunetta ai precari della P.A.: Unitevi!

“Atipici e precari d’Italia unitevi”.  Il ministro della Pubblica amministrazione lancia un appello:  “Mi rivolgo a tutti i lavoratori flessibili della Pa, controllate che le vostre amministrazioni inviino i dati. Io non sono un ammazzaprecari, non voglio licenziare nessuno.

Lavoro nell’interesse dei giovani, magari anche bacchettando le amministrazioni che hanno fatto porcherie, di cui dovranno dar conto”. Così Renato Brunetta dopo aver dato il via al monitoraggio dei lavoratori flessibili nella Pubblica amministrazione e su cui domani presenterà le prime risposte arrivate dalla Pa – giovedì scorso erano già 400.
Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Vidoni Brunetta ha spiegato le modalità del censimento: viene inviata una sua lettera e un questionario che le amministrazioni – tra le altre ministeri, enti di ricerca, università, camere di commercio, regioni, province e comuni – dovranno compilare online entro il 23 marzo. Già ieri sono state inviate diecimila e-mail a circa diecimila istituzioni pubbliche.

“Chi non riempie il modulo non farà parte del censimento – ha aggiunto il responsabile della Pa -. Evidentemente chi non riempie il modulo non ha precari o non vuol far sapere che ne ha. Verranno pubblicati tutti i nomi, sia dei buoni sia dei cattivi e cioè sia di chi ha compilato il questionario sia di chi non l’ha fatto. Darò conto ogni settimana dell’andamento dell’operazione e conto nell’arco di un mese di chiudere tutto. Poi invierò un rapporto al governo, al Parlamento e alle organizzazioni sindacali per fare un ragionamento su chi è precario, dove, da quanto, cosa fa e se ci sono posti vacanti nella sua amministrazione”.
Insomma, Brunetta garantisce che in questo modo si otterrà “la prima anagrafe di lavoratori flessibili e delle idoneità e dei posti vacanti nella Pa”.
E a chi sarà ritenuto idoneo, in attesa del concorso gli verrà prorogato il contratto. Se necessario, è possibile prevedere anche concorsi riservati nel limite del 40 per cento della disponibilità dei posti.
Il numero uno di Palazzo Vidoni ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla situazione attuale: il fenomeno nasce alla fine degli anni ‘90 con il blocco del turn over, poi nel 2005 le prime stabilizzazioni – circa ottomila – volute dall’allora ministro della Funzione pubblica Mario Baccini e nel 2007 quelle fatte dal governo Prodi, circa dieci-undicimila tra chi aveva tre anni di anzianità e aveva svolto una prova selettiva.
Nell’aprile 2008 infine la circolare del predecessore di Brunetta, Luigi Nicolais, con cui si affermava che dopo il 31 dicembre 2009 non erano previste risorse finanziarie per la stabilizzazione del personale in nessun settore delle amministrazioni.
“Di fatto – ha proseguito Brunetta – il disegno di legge da me presentato, atto Senato1167, già approvato a Palazzo Madama e ora in discussione alla Camera, anticipa di sei mesi, al 1 luglio, quanto già previsto dall’esecutivo precedente”.
Per quanto riguarda il numero dei precari attualmente dipendenti delle amministrazioni statali, gli ultimi dati ufficiali sono quelli forniti dalla Ragioneria generale dello Stato che, al 31 dicembre 2007, ne contava 112mila a tempo determinato – esclusi dunque interinali e co.co.pro. – con un incremento del 4,34 per cento sul 2006.

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