Dalle Regioni “rosse”.

Ringrazio Renato Brunetta per lo spazio che con questo sito ci offre e che io utilizzerò come “vetrina on line” dedicata alle “Regioni Rosse”, in particolare alla Toscana, e all’imminente implosione di un sistema di potere (politico, economico, culturale) che rappresenta, almeno credo, un caso nazionale. Prima di entrare nel merito mi presento. Sono Stefania Fuscagni dal 2005 Consigliere regionale della Toscana prima nel Gruppo di FI oggi nel Gruppo del PDL. Dal 2010 sono Portavoce dell’Opposizione. Preme quindi una prima specifica. Chi è e cosa fa il Portavoce dell’Opposizione. Il Portavoce non è il Capogruppo, è  una figura – prevista dallo Statuto e scelta dai Gruppi consiliari che si sono riconosciuti in un medesimo programma elettorale – che ha due obiettivi fondamentali: armonizzare sugli atti fondamentali le posizioni di coloro i quali rappresentano l’altra faccia del Consiglio (cioè la minoranza) –  nel mio caso il PDL e la Lega Nord- ; costruire le basi per predisporre un programma di governo alternativo alla sinistra da presentare nel 2015. Il Portavoce quindi non è solo l’alter ego del Presidente della Giunta, ma è colui – in questo caso colei- che tiene vicina in senso programmatico l’opposizione nel rispetto delle singole sensibilità (e anche dei possibili contrasti) ma anche nella consapevolezza che l’alternativa di governo si costruisce tutti i giorni con pazienza e tenacia. Una figura “anomala” che risponde all’anomalia della Toscana.

Il mio compito è quindi quello di dimostrare che il centro-destra è pronto all’alternativa di governo regionale; che questa alternativa la prepariamo atto per atto e quotidianamente; che il nostro obiettivo non è solo “dire no” ma è “dire perché no” e come “noi faremmo se fossimo al posto della maggioranza”.

Qualcuno dirà: questa è una figura “mitica” ed “epica” nel senso che punta a scardinare la sinistra dal governo della Toscana la qual cosa pare impossibile. Beh, non è così. Credo, ed è questo il punto, che la “Toscana rossa” sia al capolinea. Chi vive e lavora qui sa bene come il sistema stia implodendo, come la sinistra toscana – una volta invincibile- mostri crepe sostanziali e reali che promettono di implodere ed esplodere. Certo, qui come nelle regioni tradizionalmente rosse (Emilia Romagna, Umbria e Marche) l’alternanza di governo regionale non c’è mai stata. Qui governa da sempre la sinistra ex PCI, qui la battaglia è più ardua. Ma oggi anche qui è possibile e se ne intravedono i caratteri. Dobbiamo essere all’altezza di un cambio epocale sia dimostrando il fallimento amministrativo della sinistra, sia mostrando come il centro-destra – o più ampliamente coloro che sono fuori dal sistema di potere- sono pronti a prendere in mano le redini del governo locale.

Siamo pronti? In parte sì anche se la cultura di governo si impara con l’esperienza e la pazienza. Ma non solo: siamo anche consapevoli che “interrompere” il potere della sinistra in Toscana rappresenta una sfida nazionale. Qui la sinistra ha i “voti”, la struttura, gli uomini e le donne d’apparato, il mondo della cooperazione rossa, la sintonia culturale con un certo tipo di cattolicesimi, la “cassaforte”. Qui la sinistra ha costruito il mito di se stessa; qui la sinistra punta e si appunta per la scalata nazionale. La nostra battaglia è quindi locale, ma è anche nazionale. Il collasso del PD qui è il collasso della sinistra in Italia. Noi dobbiamo essere capaci di tenere insieme tutti a partire dal PDL e dalla Lega Nord – che sanno bene, al di là delle vicissitudini nazionali, che solo stando insieme in Toscana si dà la speranza concreta di dare una “spallata”- per portare all’attenzione degli occhi di tutti ciò che noi vediamo tutti i giorni.

La mia rubrica, quindi, sarà una carrellata nel malgoverno della sinistra, nel suo asfissiante e “insopportabile” sistema di potere che non è più governo del territorio e che non potrà che venire meno. Una carrellata di storie di “ordinaria follia” che misurano il progressivo sfaldarsi del sistema PD.

In un tempo dove il centro-destra deve ripensarsi, da me – e dalla Toscana- viene la consapevolezza che proprio dal “punto” forte della sinistra può – e non è un assurdo- partire il nostro riscatto.

Non sono un’illusa, sono una realista. Il mio realismo mi dice che dalla difficile Toscana possiamo dimostrare il fallimento di tutto il sistema della sinistra che si candida al governo del Paese. Certo, so benissimo che tutto quello che vediamo in Toscana ha bisogno di un respiro “nazionale” per diventare patrimonio comune e per essere valorizzato in termini politici.

Per questo il circuito e i rapporti che la FreeFoundation permettono li utilizzerò per far uscire il “caso” Toscana e il “caso” regioni rosse dal solo perimetro regionale.
Cercherò di darvi, in pillole, la dimostrazione concreta che se la sinistra toscana è in crisi non possiamo che partire da questa crisi per dimostrare, sul livello nazionale, come essa sia inadatta al governo del Paese.

A chi pensa che il 2013 Bersani e compagnia andranno al potere dico: se il Comune di Siena è potuto cadere, se la Finanza ha varcato le soglie del “tempio” del Monte dei Paschi di Siena, se la ASL di Massa Carrara ha un “buco” di oltre 300 milioni di euro e se di tutto questo si comincia a parlare  vuol dire che nulla è più impossibile.

Basta volerlo e, in questo caso, basta saperlo per poi ridirlo. Insieme

Stefania Fuscagni

Portavoce Opposizione Consiglio regionale della Toscana

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