LE CIFRE DA “CAPOGIRO” DELLA ROSSA TOSCANA

I numeri da “capogiro” della rossa Toscana
di Stefania Fuscagni Portavoce Opposizione Consiglio Regionale della Toscana

Nei tempi di crisi come questo servono equilibrio, decisione, prudenza ma soprattutto il coraggio della verità. Quel coraggio che alla Toscana manca. Appena eletto il Presidente Rossi dichiarò discontinuità – da se stesso, aggiungo io- circa un modello politico e amministrativo colpevolmente lento e ostaggio di un apparato costoso e creato ad arte forse per alimentare, legittimamente, il consenso. Si presentò come il Presidente del rigore e la sua Giunta come la Giunta delle decisioni concrete e dell’austerità. Fin da subito vennero elargite lezioni e giudizi dicendo che la Toscana era modello di buon governo. Lascio da parte lo scandalo sanità e la questione Peretola che la dicono lunga sullo stato di salute della sinistra toscana, per dare altri “numeri” magari non eclatanti che dimostrano, tuttavia, che siamo davvero fuori rotta. Numeri di oggi mai “toccati” dalla Giunta Rossi. Ovviamente qui mi limito solo ad alcuni esempi.
Parto da Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Nel 2010 la Giunta promise una forte ristrutturazione. Risultato. Arpat, ad oggi, ha un bilancio preventivo 2012 (presentato in ritardo) di 53.964.428 euro; di questi oltre 38 milioni vanno per il costo del personale che raggiunge un’ incidenza del 71,06% con la previsione di aumentare nel 2013 per toccare quasi il 72%. Un peso folle che è addirittura aumentato perché nel 2011 era “solo” del 70,70%. A ciò si aggiunge che in Arpat c’è un dirigente ogni sei dipendenti. Faccio notare che Arpat “vive” praticamente solo grazie alla Regione che copre il 97,35% dei costi. A conti fatti la Regione dà ad Arpat oltre il 97% delle risorse che gli permettono di vivere ed Arpat restituisce ai toscani solo il 29% delle risorse perché il restante 70% e più va nel personale. Buon personale, per carità ma è incredibile che un’Agenzia abbia questi parametri. Peggiore dei parametri, se vogliamo, sono le ragioni. Arpat ha questo numero esorbitante di personale perché è un ente “derivato” dalla sanità e quindi mantiene la contrattazione che si usa nel rapporto medico-paziente pur oggi occupandosi di altro. Sono passati anni ed anni da quando questo modello contrattuale doveva esser superato, ma ancora oggi rimane in piedi perché la Giunta non sa, non vuole, non può cambiarlo. E’ buon governo questo? Direi di no. Passiamo oltre. La Toscana ha circa 2.400 dipendenti, circa 800 meno di Regione Lombardia che però ha pure quasi 6 milioni di abitanti in più. Di questi dipendenti 137 sono dirigenti, 550 sono funzionari e circa 1700 sono impiegati. Tutti questi, nessuno escluso, hanno ottenuto il premio produttività. Così Regione Toscana dà oltre 13 milioni di euro ai propri dipendenti non per gli stipendi ma per i “premi”. Lascio a chi legge le conseguenti riflessioni circa il fatto che siano tutti bravissimi. Non solo: dal 2010 ad oggi possiamo dirvi che la Giunta Rossi ha stanziato: 150.000 euro a favore del centro regionale per criticità relazionali; 2.936.294,37 euro per la costruzione ed il recupero delle strutture di tutela dei diritti di cittadinanza; oltre 5 milioni di euro per attività internazionali; i fantastici 220 mila euro per il progetto su come vestirsi secondo “il tempo che fa”.
La lista è lunghissima, questa è solo una sintesi di quanto da tempo fanno emergere i Consiglieri del centro-destra. Concludo con una richiesta e un favore. La richiesta: da questa sinistra meno prediche e più scelte. Il favore: smetta la sinistra di dire che è la migliore, in tempo di crisi gradiremmo esserne dispensati.

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