REGIONI: NON FACCIAMOCI GABELLARE DALLA SINISTRA

di Stefania Fuscagni
Portavoce Opposizione Consiglio Regionale della Toscana

Sulla questione dei costi della politica nelle Regioni rosse non facciamoci prendere in giro dal PD. Dico questo perché il verso che sta prendendo il dibattito in Toscana non lascia presagire nulla di buono e soprattutto nulla di vero.
Faccio una premessa: lo scandalo della Regione Lazio colpisce al cuore il PDL; le immagini delle feste romane, delle interviste pagate, dei Fiorito – personaggi da operetta finita in tragedia- sono uno schiaffo al tanto di buono che c’è in questo partito nelle istituzioni così come, e forse soprattutto, nel territorio. Ciò detto è certo che va trovato un rimedio forte, deciso e risolutivo alla selezione della classe dirigente. Insomma dobbiamo rimediare al maltolto e alla dignità ferita: due compiti difficili a cui il PDL non può sottrarsi. Detto questo aprire la “cloaca” Lazio ha fatto aprire, e dico giustamente, la questione dei costi della politica nei singoli Consigli regionali. Ne è venuto fuori un quadro devastante dal quale la Toscana ne sta uscendo bene. I Consiglieri regionali, di certo ben pagati sono i meno pagati d’Italia; i costi della struttura sono tagliati; il costo dei Gruppi è tutto sommato contenuto. Insomma nella comparazione questo Consiglio regionale ha fatto buona figura. Fin qui tutto bene, ma è da qui in poi che le cose cominciano ad andare malissimo. Perché? Perché questo “buon costume” – che di certo può ancora migliorarsi- viene attribuito non al Consiglio regionale della Toscana, ma di fatto al PD toscano. Così noi ci prendiamo sulla stampa la morale del Presidente Rossi che giganteggia parlando bene del Consiglio regionale e quindi della sua Giunta senza considerare che le due cose non solo non stanno insieme ma neppure coincidono. Qui il doppio inganno è servito perché se il Consiglio regionale della Toscana funziona, se qui non dobbiamo vergognarci (fermo restando che possiamo migliorare), se qui negli anni uno spirito riformatore e serio ha avuto la meglio non è merito solo di una parte. Le Assemblee elettive funzionano bene, o almeno non male, quando maggioranza e opposizione si controllano e insieme scrivono buone regole. Non a caso sul caos Lazio lo stesso Bersani e Di Pietro hanno fatto capire che l’opposizione non ha fatto ciò che doveva: cioè controllare e a far saltare il tavolo. Ecco allora che se il Consiglio regionale della Toscana oggi ne esce bene non è per merito di una sola parte, ma è per merito- tra l’altro di cui non andar fieri, perché è un obbligo- di maggioranza e opposizione che si sono date condivise e dignitose regole di funzionamento. Insieme siamo artefici di questa situazione e non accetto che il PD la usi a mò di vessillo politico di parte. Secondo inganno: il Consiglio regionale non è la Giunta e la Giunta non può estendere su di sé il merito di gestire bene i denari pubblici. Perché, certo, in termini stipendiali il Presidente Rossi è un esempio, ma sarebbe bene che la stampa nazionale parlasse di questa Giunta anche come l’artefice del “buco” in sanità più incredibile degli ultimi anni in una sola ASL; sarebbe che la stampa anche nazionale stigmatizzasse che questa Giunta ha dato il premio di produttività al 100% dei suoi dipendenti in piena spending review; sarebbe bene che assurgesse a comunicazione nazionale che qui si sono avute e si hanno voragini in sanità e pletoriche strutture, costosi fallimenti nelle politiche di integrazione, incredibili scelte urbanistiche, tante laute generosità verso i mondi contigui alla sinistra: solo per dirne una ricordo che dal 2003 ad oggi si sono dati 4 milioni di euro ad Arci per una media di 1116 euro al giorno. La lista è lunga e i gruppi di opposizione con impegno e passione la compilano giorno a giorno. E allora non facciamoci prendere in giro dal PD. Non ora, non così e non in Toscana.

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