PRECARI NEGLI ENTI DI RICERCA

“Sono numerose le gravi inesattezze contenute nell’articolo “Quattromila precari senza futuro, in ginocchio la ricerca a Roma. Dal Cnr all’Enea, Brunetta li dichiara ‘non stabilizzabili’”, apparso oggi sulle pagine romane de La Repubblica. Non sono infatti io che definisco alcuni lavoratori precari “non stabilizzabili” ma le norme attualmente in vigore, volute dal Governo Prodi. Lo stesso monitoraggio dei contratti flessibili nella Pubblica Amministrazione, che ho avviato nelle scorse settimane e che si è concluso oggi, è stato fatto sulla base dell’attuale normativa. Per quanto riguarda poi il settore della ricerca, ricordo che lo scorso novembre ho già anticipato un monitoraggio capillare sulla situazione dei rapporti di lavoro flessibile nei singoli Enti a seguito del quale – all’indomani di un mio incontro con tutti i presidenti degli Enti – i miei uffici hanno predisposto entro dicembre 2008 gli atti necessari per procedere alle procedure di immissione in ruolo del personale precario. Questi decreti riguardano circa 900 unità e costituiscono il risultato massimo conseguibile sulla base delle norme vigenti, a suo tempo volute da Prodi e dal mio predecessore Nicolais. Come evidenziato nell’articolo, in molti casi gli Enti hanno utilizzato contratti flessibili al di fuori della pianta organica e questo impedisce qualsiasi tipo di assunzione. Ecco perché la situazione fotografata dalla giornalista non è in alcun modo attribuibile al sottoscritto, essendo invece un’eredità del Governo precedente così come dei comportamenti anomali adottati dagli Enti nell’utilizzo dei contratti di lavoro flessibili. Proprio con il monitoraggio da me voluto si stanno evidenziando tutte le anomalie del fenomeno del precariato e l’inconsistenza delle attuali norme per risolvere il problema. Ricordo infine l’esistenza di tanti vincitori di concorso negli stessi Enti che attendono ancora di essere assunti. Ma soprattutto rammento a tutti che il principio dell’ingresso nella Pubblica Amministrazione esclusivamente tramite concorso pubblico non è una mia invenzione ma un principio sancito nella nostra Costituzione”.

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