PRONTO PIANO PER ELIMINARE LE PROVINCE – RIFORMA DI SISTEMA ENTRO LA LEGISLATURA

“Si è detto tante volte ma nessuno ha mai osato: abolire le province. Accadrà adesso – scrive IL GIORNALE -, anche se ‘abolire’ è un termine non corretto: gli enti intermedi che stanno a metà strada tra Comune e regione saranno ‘svuotati’. Ha usato questa parola il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta in un’intervista al Tgcom in cui ha anticipato un provvedimento che il governo discuterà ‘tra una settimana’. Le elezioni amministrative di giugno potrebbero essere le ultime per alcune delle province dove il consiglio sarà rinnovato.

 

Ci sono delle novità. Il ministro Maroni sta presentando una riforma’, ha spiegato Brunetta. È ‘il codice degli enti locali’, un provvedimento in cui la parola riforma potrebbe essere sostituita con rivoluzione, perché per la prima volta si inizierà a pianificare un cambio dell’assetto dell’amministrazione pubblica che nessun governo sinora aveva azzardato. È un processo d’inizio, perché la morte delle Province non sarà istantanea: all’interno del nuovo ‘codice’ è contenuta un’’idea comune’ di Maroni e Brunetta, come ha spiegato il ministro anti-sprechi. L’idea è che ‘non da questa volta ma dal prossimo ciclo, cioè tra quattro o cinque anni’, alla scadenza della prossima tornata amministrativa, ‘le Province molto probabilmente non saranno più quelle che abbiamo conosciuto fino a oggi…’. Saranno cioè degli ‘enti di secondo livello’.

La Provincia non sparirà dal punto di vista formale, ma non avrà più un costo politico: ‘Rimarrà l’ente provincia ma non avrà più degli eletti’, ha chiarito Brunetta: ‘I consiglieri provinciali e presidente non saranno altro che i sindaci dei comuni nella provincia’.

Il presidente sarà il sindaco del capoluogo di provincia, e il parlamentino sarà formata dagli altri primi cittadini del territorio. Si ‘elimineranno così un po’ di costi della politica – ha detto ancora il ministro nemico dei fannulloni – e quello che fa ora la provincia lo faranno i Comuni all’interno della provincia’.

Tra cittadino e Stato rimarranno quindi solo due livelli: ‘Regione e comune’. Che possono bastare. ‘Le province per essere abolite richiedono un cambio costituzionale – ha illustrato Brunetta – mentre questa formula di svuotarle di contenuto politico primario e di farle diventare sostanzialmente dei consorzi funzionali si può fare senza modificare la costituzione’. ‘Un passo in avanti – lo definisce – per semplificare il sistema dei livelli di governo che ora è farraginoso’. E lo stesso criterio si adotterà ‘per le comunità montane’ che verranno ‘cancellate come enti autonomi’”.

RIFORMA DI SISTEMA ENTRO LA LEGISLATURA – “Noi siamo i protagonisti di un confronto teso a migliorare costantemente i servizi resi ai cittadini, veri e propri clienti di questa grande azienda che è la Pubblica Amministrazione. Clienti che vanno trattati con cortesia, riguardo e lealtà, che devono essere informati in maniera semplice e immediata di quali siano i loro diritti e di cosa può e deve essere offerto a ciascuno di loro. Per quanto mi riguarda, mi sono assunto l’impegno di riformare profondamente e in modo irreversibile la Pubblica Amministrazione entro la fine di questa legislatura. È una necessità per il Paese. Non possiamo più permetterci un settore pubblico inefficiente, o comunque più inefficiente della media degli altri settori pubblici europei”. È questo un passaggio del messaggio che il ministro della Pa Renato Brunetta ha inviato questa mattina gli organizzatori e ai partecipanti di Euro.P.A., il salone dalla Pubblica Amministrazione che ha aperto i battenti a Rimini.

Brunetta avrebbe dovuto inaugurare la manifestazione ma non ha potuto farlo per via della convocazione del Consiglio dei ministri. Brunetta ricorda alcune iniziative messe a punto dal suo ministero a partire dal Piano E-gov 2012, che prevede la diffusione di servizi di rete, la piena accessibilità e la massima trasparenza della pubblica amministrazione, per avvicinarla alle esigenze di cittadini e imprese. Obiettivo, spiega, porre il cittadino al centro dell’azione amministrativa, grazie all’utilizzo delle tecnologie, garantendo standard uniformi di servizi su tutto il territorio, e dotandoci di strumenti per giudicare la qualità del servizio richiesto, la cosiddetta customer satisfaction.

La Pubblica Amministrazione, nota ancora, “è una grande azienda, con oltre 3 milioni e mezzo di dipendenti, che produce beni a valore aggiunto per il cittadino-cliente, non diversamente da quello che fanno le aziende del settore manifatturiero. Anzi, rispetto al manifatturiero abbiamo un margine molto più ampio di recupero, a parità di risorse investite: dell’ordine del 40-50%”. Ma occorre fare molta attenzione ai costi: “Attualmente la burocrazia costa 4.500 euro a cittadino contro i 3.300 della media Ue. Buona parte di questi costi è legata alla montagna di carte prodotte ogni anno e alla lentezza e farraginosità dei procedimenti. La posta elettronica certificata data in dotazione ad ogni cittadino, la fatturazione elettronica, i pagamenti e l’accesso alle pratiche on line consentiranno risparmi di tempi, di costi e di carta: i servizi saranno disponibili dal 2010 per tutti i cittadini, per 4 milioni di imprese e per 10mila amministrazioni pubbliche. Attraverso questa sola operazione sarà possibile per lo Stato risparmiare qualcosa come 3 miliardi all’anno. Il Piano E-gov 2012 non è l’ennesimo libro dei sogni, un progetto complesso ma astratto, quindi destinato a restare sulla carta. Il mio impegno, quasi maniacale, è al contrario quello di dare conto – settimana dopo settimana, mese dopo mese – dello stato di avanzamento di ogni singolo progetto. Già adesso è possibile seguirne ogni fase collegandosi al sito del ministero.

Ai cittadini italiani quindi dico: controllateci, incalzateci, fateci sentire il vostro fiato sul collo!”.

Quindi il riferimento alle iniziative “che hanno avuto e avranno il maggiore impatto sulla vita quotidiana dei cittadini italiani”: “Reti Amiche, innanzitutto, un servizio a costo zero per lo Stato, che grazie ad accordi con reti private già esistenti mette a disposizione dei clienti della PA decine di migliaia di nuovi sportelli (obiettivo: 100mila entro la fine di quest’anno). Uffici postali, tabaccai, notai e nell’immediato futuro la grande distribuzione, le farmacie, i carabinieri ed altri ancora sono e saranno i nuovi erogatori di servizi, le sedi di nuovi sportelli nel territorio. Molto presto – annuncia Brunetta – inaugureremo anche le Reti Amiche at the job: desk elettronici posizionati all’interno delle aziende medio-grandi, che si uniranno a noi per consentire ai loro dipendenti di sbrigare le pratiche direttamente dal luogo di lavoro, senza essere costretti a prendere ore di permesso per recarsi negli uffici pubblici”.

Poi c’è Linea Amica: “Con la collaborazione del Formez abbiamo realizzato il più grande network europeo di relazioni con il pubblico, che raccoglie e coordina centinaia di Urp o centri di risposta al cliente della Pubblica Amministrazione”. Nelle scorse settimane è stata inoltre sperimentata un’altra forma innovativa di customer satisfaction: le emoticon. Negli uffici di diversi Comuni così come di Poste Italiane, Inps, Enpals e Aci il cittadino-cliente ha ed avrà sempre più a disposizione dei touch screen con le classiche “faccine” (sorridente, neutra, arrabbiata): “In questo modo i responsabili degli servizi potranno conoscere in tempo reale il giudizio sulla qualità della prestazione fornita”.

E infine ci sono le leggi già in vigore, la legge 133 del 2008, il cosiddetto “decreto Brunetta”, e la legge n. 15 del 2009, finalizzata all’ottimizzazione del lavoro pubblico e all’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni; nei prossimi mesi, anticipa infine Brunetta, arriveranno altre norme, dai decreti delegati attuativi della legge 15 ai disegni di legge all’esame del Parlamento.

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