Caro Lerner, sto coi cittadini

Foto di Guldfisken

Chiariamo subito la questione del libro: se un giornalista chiede d’intervistarmi su quel che ho scritto è ragionevole attendersi che lo abbia letto. Questo non presuppone alcun diritto di reciprocità, ovvero che io abbia letto i suoi libri, per la semplice ragione che non chiedo d’interrogarlo su quelli. Se, invece avrò da ridire e criticare, stia sicuro che avrò prima, personalmente, letto. Non si tratta, e qui vengo a quel che Lerner (di norma depresso) scrive in conclusione, facendo lo spiritoso, d’essere o meno fannulloni, ma d’essere o meno persone serie.

In quanto a Giacomo Brodolini so bene che, in un Paese che scarseggia in memoria e gratitudine, molti non ne conoscono la vita. Né vado in giro facendo quiz a sorpresa. Ma, ancora una volta, chi ha letto il mio libro non può non saperlo. Se ne storpia il nome offende la sua memoria ed offende me, che a quella memoria sono devoto. Oltretutto mi tocca rispondere a domande di chi non sa quel che dice.

La tesi di Lerner, però, è assai più dura e malevola: avrei tradito l’insegnamento di Brodolini perché avrei un atteggiamento “padronale”, nemico dei lavoratori. So che Lerner ha una grande esperienza in quanto ad ossequio verso i padroni, mentre gli difetta il senso della realtà. La pubblica amministrazione che non funziona è un danno per i deboli, non per i privilegiati, colpisce gli svantaggiati, non i protetti. Una scuola funzionante e selettiva serve agli ultimi per diventare primi, mentre una scuola lassista e mediocre è funzionale al fatto che i figli dei ricchi rimangano tali. Essere “dalla parte dei lavoratori” significa anche restituire a chi paga le tasse dei servizi da Paese civile.
In quanto ai lavoratori pubblici, nessuno è mai stato tanto dalla loro parte. Perché gli assenteisti cronici, i profittatori, gli scansafatiche, arrecano agli altri enormi danni:
a. costringono gli impiegati perbene a fare anche il loro lavoro;
b. avvalorano il giudizio negativo su tutti.

Per capire questo, Lerner non deve leggere il mio libro, fatica forse eccessiva, bastandogli andare fra la gente comune, mettersi in fila all’anagrafe, avere a che fare con un ufficio tributario senza mandarci il commercialista. Anche se, temo, a questo punto preferirà leggere il libro dove, oltretutto, troverà pagine dedicate all’importanza del sindacato e risposte a domande che anche nel suo articolo mi ha posto. Da una parte sola, dalla parte dei cittadini.

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