Preparare il rilancio dopo la crisi

Foto di Yersinia

A seguire pubblichiamo una parte dell’articolo scritto da Renato Brunetta per il Corriere della Sera. Il ministro parla della crisi economica e spiega la caduta del prodotto interno lordo 2009.

“Caro Direttore,
i dati relativi alla crisi ci dicono che nel primo trimestre 2009 il Pil italiano è sceso, rispetto allo stesso periodo del 2008, del 5,9 per cento. E’ compatibile questo dato con l’affermazione che, almeno fino a questo momento, l’economia italiana stia reggendo bene all’impatto della recessione mondiale? Io penso di sì per le seguenti ragioni. La crisi economica in Italia non è dovuta ad un collasso strutturale, non si è avuto il fallimento di qualche settore produttivo, come ad esempio il settore finanziario ed immobiliare negli Usa ed in altri paesi.

La caduta del Pil italiano è stata causata essenzialmente da uno shock di domanda, e più precisamente da una caduta della domanda estera dovuta al crollo del commercio internazionale. L’industria manifatturiera esportatrice è la prima ad essere colpita, e questo fatto è riflesso nella pesante riduzione della produzione industriale. Essa riflette inoltre, anche se non abbiamo ancora i dati aggiornati, l’apporto negativo del cosiddetto ciclo delle scorte.

Tra le componenti della domanda interna, sono gli investimenti a subire l’impatto negativo della crisi globale di fiducia dovuta alla recessione mondiale e sopratutto della crisi finanziaria e del credito. Fino ad oggi sono più stabili i consumi e vi sono motivi per prevedere che la loro flessione si possa mantenere contenuta. Il motivo si trova nell’andamento dei redditi e in alcuni paradossi.”

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