Brunetta: operai sulle gru? Fatti marginali. In Francia sequestrano i manager

Il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta ha rilasciato un’intervista per il Messagero in occasione dell’incontro di Cernobbio, che pubblichiamo a seguire.

«Il bilancio della crisi dal punto di vista occupazionale – ha spiegato il ministro al seminario Ambrosetti – è di circa 600 mila fra cassintegrati, disoccupati e atipici, a fronte di 14,5 milioni di posti di lavoro che sono sempre lì e che sono lo stock di occupazione stabile». Da questo ne deriva che «grande attenzione per le tute gru, come vengono chiamate, ma sono fatti non solo marginali ma anche fisiologici. In altri Paesi la crisi occupazionale è stata più forte. In Francia non si contano i sequestri dei manager. In Italia il mercato del lavoro ha retto meglio sia come tasso di occupazione sia come efficienza degli ammortizzatori sociali».

Visto che il mercato del lavoro è in ritardo di sei mesi rispetto al pil «ci sarà una coda ma contano le aspettative. Se migliorano – ha spiegato Brunetta – tutto verrà riassorbito. L’importante è che ci siano gli ammortizzatori anche per assorbire la coda, e ci sono». La nave va bene. «Penso che sarà un autunno di lavoro serio», ha detto ancora il ministro per la Pubblica amministrazione. «La nave va bene – ha sottolineato Brunetta – il consenso degli italiani rispetto alle azioni di Governo ne è la dimostrazione».

Super-manager nei tribunali. Per gestire la complessa macchina organizzativa e burocratica dei Tribunali italiani, ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione, «il Governo è al lavoro per introdurre una nuova figura professionale». Un super-manager che dovrà servire per «risolvere i malfunzionamenti e i ritardi dei tribunali». «In Italia abbiamo la peggiore giustizia d’Europa e il 90% delle inefficienze è di tipo organizzativo» ha aggiunto precisando che il progetto è di competenza del ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

«Io non concepisco una stampa guardona». Secondo il ministro non è «utile una stampa guardona, credo che sarebbe meglio per tutti – afferma – tornare alle cose concrete». In tal senso il ministro spiega di avere «ottimi rapporti con la stampa quando si interessa di cose concrete» come «l’occupazione, i fannulloni, l’innovazione, la trasparenza. Quando si parla di queste cose ci possono essere delle critiche, ma quando si guarda – rileva Brunetta – dal buco della serratura la cosa mi diverte molto meno e penso che non possa né debba divertire neanche i giornalisti che credo abbiano altro da fare».

Brunetta ha infine liquidato in poche parole Nouriel Roubini, l’economista famoso per aver previsto la crisi e che ieri si è detto preoccupato per l’economia italiana, in particolare sul passo delle riforme strutturali. «Non conosce l’economia italiana», ha tagliato corto. Anche se Roubini si è laureato alla Bocconi, «poi se ne è andato ed evidentemente non conosce a sufficienza l’economia italiana avremo modo di spiegargli meglio la riforma della scuola, quella dell’Università, della Giustizia, della sicurezza e anche quella della politica economica». «Quando vuole il collega professore Roubini – ha detto Brunetta – il collega Brunetta gli spiegherà qualcosa».