Stop agli stipendi d’oro dei manager pubblici

“Le retribuzioni annue non dovranno superare i 300mila euro lordi annui”. Questo è ciò che è previsto dal regolamento proposto dal ministro Renato Brunetta , competente per la funzione pubblica e da quello dell’ Economia Giulio Tremonti. Il suddetto regolamento, composto da sette articoli, verrà discusso oggi in Consiglio dei Ministri.
Fuori da questi limiti di reddito rimarranno alcune figure dirigenziali di alto livello, come: il governatore della Banca d’Italia, gli amministratori delle società pubbliche non quotate e delle loro controllate, ad esempio i numeri uno di Poste Italiane e Trenitalia, e il presidente e direttore generale della Rai. Una proposta avanzata da una parte del governo sembra inoltre voler porre un secondo tetto di 600mila euro, ma l’idea non è piaciuta a Palazzo Chigi.

La bozza Brunetta allargherà l’obbligo a tutte le categorie di manager pubblici, che dovranno mettere su Internet la durata del contratto e i compensi nella pubblica amministrazione, ma non includerà per quanto riguarda l’azienda Rai, tutte quelle attività soggette a tariffa professionale, quelle di natura professionale non continuativa, (che includono per esempio i cachet dei vari artisti Rai) e la retribuzione globale e la pensione, cioè a dire che se un dirigente supera per esempio i 300mila euro per lo svolgimento di un secondo incarico, non viene calcolato nel suo insieme e quindi non contribuirà a formare il tetto.