Famiglie: Ministero Brunetta, l’ Istat conferma la tenuta dei redditi

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I dati sul reddito e il risparmio delle famiglie e sui profitti delle società pubblicati oggi dall’Istat sono “pienamente coerenti con il quadro di tenuta delle condizioni di vita degli italiani e, in particolar modo, dei lavoratori dipendenti e dei pensionati già più volte sottolineato”. E’ quanto si legge in una nota del ministero della Funzione Pubblica.

Il potere d’acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile in termini reali) è diminuito soltanto dell’1,6% – sottolinea il ministero – contro una caduta del pil reale del 4,9%. Il settore istituzionale delle famiglie come definito dall’Istat comprende tanto le famiglie consumatrici (tra cui lavoratori dipendenti e pensionati), quanto le famiglie produttrici (imprese individuali, società semplici fino a cinque addetti e liberi professionisti), aggregati che, ovviamente, sono stati colpiti in maniera diversa dalla crisi economica. La caduta del prodotto lordo viene assorbita in misura prevalente dai profitti delle imprese e dai redditi da lavoro autonomo. Nel terzo trimestre del 2009 il reddito misto (profitti piu’ redditi da lavoro autonomo) segna infatti, a prezzi correnti, una caduta del 3,9% rispetto al dato corrispondente del 2008″.

I lavoratori dipendenti e i pensionati, continua Palazzo Vidoni, “hanno invece aumentato il loro potere d’acquisto (come differenza tra la dinamica delle retribuzioni e pensioni e la dinamica ridotta dei prezzi, delle tariffe, della benzina e dei mutui). Continuano infatti a crescere le retribuzioni reali. I dati Istat segnalano che la crescita media delle retribuzioni contrattuali nei primi 11 mesi del 2009 e’ stata del 3,1 per cento. La riduzione del reddito, dunque, non si riflette sui salari reali, che invece continuano a crescere grazie alla bassa inflazione da domanda, e la cassa integrazione e la perdita di occupazione dipendente non colpiscono il monte dei redditi da lavoro dipendente che segna, nei primi tre trimestri del 2009, un incremento a prezzi correnti dell’1,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008.

La tenuta delle condizioni degli italiani il cui reddito prevalente deriva da salari, stipendi o pensioni (nel complesso, più di 30 milioni) è assicurata anche dall’andamento di queste ultime dato che, per i circa 16,8 milioni di pensionati, il tasso di incremento dei trattamenti pensionistici per il 2009 (basato sull’inflazione del 2008) e’ del 3,1 per cento circa, ovvero più di 2 punti sopra l’inflazione. Insomma – conclude il ministero – aumenta il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati (al netto dei cassaintegrati e di chi ha perso il lavoro), mentre diminuisce il potere di acquisto del lavoro autonomo (artigiani, commercianti, collaboratori e imprenditori)”.