Fondamentale porre un argine al rischio di “correntismo” nel Pdl

Condivido ogni frase, ogni singola parola dell’intervista del Presidente Renato Schifani al Corriere della Sera. Anch’io ritengo urgente, e ormai ineludibile, un chiarimento definitivo tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini che ribadisca le ragioni (e sono molte, moltissime) del loro stare insieme nel Pdl. Rinviare sine die questo passaggio significherebbe alimentare le premesse di una rottura senza margini di ricomposizione del nostro patto con gli elettori, utile soltanto a una interruzione traumatica della legislatura. Per questo, al pari dell’amico Schifani, ritengo fondamentale porre un argine netto al pericolo di ‘correntismo’ nel nostro partito.

La costituzione, in forma più o meno organizzata, di gruppi e gruppetti in perpetua e sterile concorrenza tra loro rappresenterebbe infatti la negazione stessa delle ragioni che hanno portato alla costituzione della prima forza politica italiana. Gli elettori si aspettano da noi riforme incisive e buone pratiche nell’amministrazione, non certo personalismi e posizionamenti tattici fini a se stessi. Mi auguro che a settembre il tradizionale seminario di Gubbio diventi l’occasione per la definizione di una sintesi alta delle varie sensibilità interne al Pdl e per il rilancio – senza più equivoci o tentennamenti – dell’azione del più importante partito della maggioranza”.